Ogni giorno è l'ultimo.
I giorni passati, perchè conservare le cicche?…
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Le sborrate di Dostoevskij.
Una montagna di libri, autori vari,
le sborrate di Dostoevskij
tra l’altro macinavano gli occhi con denti di tarli,
il tempo le ondate di sabbia si frangeva contro le piramidi del morto indigerito
nello stomaco di Crono,
il morto parlava, raccontava una storia, sempre la stessa e musica invisibile
suonava la giungla al cancro che gonfiava sotto la lingua,
nei meandri del tubo il fantasma di Quetzalcóatl ancora diceva: “Tornerò”
il serpe alzava la testa comprimendo il rutto all’ultima parola,
usciva fiato d’indemoniato e non scaricava…
I morti aspettavano il giro di chiave per uscire dalle tombe,
in fila tra i piani della libreria allineati l’esercito suonava le trombe,
i piedi battevano la marcia il tamburo alla terra…
c’era anche il dottor Faust assorto in bagno nella diarrea di Goethe
e Mefistofele dirigeva a bacchetta.
Sulla cima più alta l’aquila pronta a ghermire, che delusione, un semplice verme nella mela bacata…
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La vacca dei miei sogni.
L’uccellino del cucù
pensiero suonator di corda vocale batte sul timpano giocando al cacchione
musica di vacca rapita in estasi sopita canta la filastrocca gnocca
incocca una freccia l’arco teso senza mira colpita al cuor della tensione
fili e corrente un fulmine il ciel sereno mammelle sode
il latte è sangue vino di giornata novello con brio.
Giungla spinosa nel cranio rapita gli occhi del bove si guarda all’antifona…
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La pazienza.
Il progetto,
sorge il sole al mattino per la solita pizza da cuocere al forno,
un giro l’idea una corsa alla sera,
poesia queste inutili ali non decollano,
nell’aere negato non c’è volo
lungo l’attesa nel silenzio dei sensi…