Ogni giorno è l'ultimo.
Il canarino.
Tutto il giorno sulla riva
a guardare l’altra parte
il foglio bianco e le parole
sul trenino delle fiabe
volare tra sogni oscuri
desiderio da canarino, la gabbia aperta…
La pozzanghera.
Scoprono doppio a pelar patate
tutte le strade che portano a nulla
alitar la testa di cazzo
fuori dall’acqua che piove dal tempo
non c’è frase da datare
c’è un dito per contare
uno
poi s’apre tutto il fiore al suo profumo.
Voluttà d’essere, tu sei la mia pozzanghera
da cui bevo
e sol mi beo.
Cul de sac.
Serata in garçonnière al lume di una bougie,
lei stava in un quadro appeso alla parete,
anima di trementina profumava il male tra le gambe,
il bene guardava da lontano e non vedeva niente,
allora allungava la lingua, sussurrava paroline dolci,
miele gocciolava dal favo ed il male ascoltava e beveva…
una cascata di vetro baciata di sole,
era il tramonto e si sentiva una musichetta
venir su dal boulevard,
entrava dal buco della serratura
ed il male danzava piroettando nella cornice,
la strada proseguiva sui tetti insieme ai gatti
e le tegole battevano l’ali fino alle stelle.
C’era silenzio ma brillava
abbracciato al bene nel cul de sac.
Casualità.
Casualità,
un giorno qualsiasi ne freddo ne caldo,
il centro esterno alla circonferenza cammina in mezzo,
tigre spelacchiata adocchia i bocconcini per strada,
giungla spietata, vietato mordere,
ingrigito a cazzo chino
il ruggito romba tuono nel vento agli abissi deserti,
sopito l’eco risuona pernacchia
allora torna il buon umore
mentre le ore macinano alla sera.
Crucci, pensieri, apro il frigo, m’accontento e godo…