Ogni giorno è l'ultimo.
Fantasia,
dolce cremosa
con panna e ciliegine piccanti
la tua pelle,
mordicchiando le tette
scorre il latte
fiume di sangue effervescente,
nutriente
e l’immaginazione vola sul vulcano,
un’eruzione spettacolare
in cima al pennacchio ancora noi,
stuzzicandoci qua e là,
spiluccando uno ad uno
è e non è
di questo sogno.
Fili di ragno tessuti a pelo
col ciuccio in bocca assaporo il veleno
gusto squisito senza ricordi
oblio
il lago infinito nella goccia fatale
senza paura il guerriero va per la sua strada
lingua acuminata, pungiglione letale
fuori dal tutto
uno.
L’idea.
Non c’è idea che non sia già stata usata e trita da almeno duemila anni,
l’idea è la creta da plasmare
e come la creta è sempre creta l’idea è sempre idea,
cambiano le mode, i vestiti ma chi li veste rimane nudo,
le costellazioni del mito nel data base di un computer di carne,
l’immaginazione,
anche le parole son sempre le stesse,
una manciata di lettere come mosche in un pugno da aprire…
Dejà vu.
Palcoscenico d’incanti
tinto al canto dell’uccello che le ali aveva di fuoco
preso al gioco sul più bello che scintille fanno amanti…
Brucia cera alla parola che fa il sole al grande salto,
tutta l’acqua che l’arsura rovesciò su quell’incauto,
ancora arde in quella scuola d’altro canto nella sua sfera…
Ogni luce è il sol momento, un sussurro a fuoco spento,
giù il sipario nel camerino
per un ultimo cannino da fumar fino al mattino…
Cos’è stato? Solo un sogno nel candore di un bambino.