Ogni giorno è l'ultimo.
Il poeta e la ballerina.
Vederti e prendere fuoco è stato uno,
tu eri una foto ed io una cartolina postale,
tu piroettavi sul mio cuore con scarpette acuminate
ed io seguivo la cometa che porta a Belluno,
un lavoro rimasto a metà tra i regali di Natale…
Fin quando la fiamma brucia
bruceranno i nostri peccati,
nudi ci toccheremo la prima volta,
ti farò esplodere la pancia,
l’eruzione salirà alle stelle,
la lava inonderà la terra del nostro amore,
il climax esploderà nell’ ala sciolta…
che vola via filando liscio prima che quell’acqua diventi piscio…
Ronzinante.
Sogni di terra calpestati al suolo
da orme passate prese a fagiolo
oltre la riga che solca il confine certezza non c’è
un pacco regalo da aprire da sé
sorpresa sbirciata aspettando quell’asso
tra le carte del poker per fare il passo…
Rientro dal tempo che cantavo Dulcinea
tra il ruminar di mulini a vento
soffia quel vento sul fuoco che crea
parola musica colore in un solo momento.
Il calcolo delle probabilità.
In mezzo alla piazza c’è la gabbia dov’è rinchiusa la libertà
il soffitto fa vedere il culo ogni volta che si affaccia
tutte le porte sono aperte su una strada con un cartello che dice:
“di qui si va da nessuna parte.”
Il pavimento e sotto i piedi e si cammina sopra
non andando verso dove non si può andare
solo una corda vien giù dal soffitto…
Gira e rigira,
le ali al fianco,
ti cercavo ma non c’era altra strada
allora m’attaccavo alla corda e dondolavo nella libertà
ed ancora dondolo dal mattino alla sera
avendo cura di non farla stringere oltre…
La gavetta.
Presa la palla al balzo una lunga fila di me
camminava a piede scalzo sulla strada del senza perché.
Parole
splash
gocciolano
bava d’elefante
giù
dall’alto corno
rimbalzano
bolle di sapone
saltellando
sulle nuvole
fino all’orizzonte.
L’arcobaleno del tempo nasce dalla pentola magica
scavata in mezzo al grembo d’una storia tragica
la paletta del croupier s’allunga e tira
rien ne va plus,
oggi ripreso non mi par vero
ma l’ora danza l’ardor che respira.