Ogni giorno è l'ultimo.
Sul mega tabellone del Canone si sta materializzando la figura del drago. Viene fuori dal verme, verme, serpente, eccetera, forse il verme di Dante atto a formar “l’angelica farfalla”, una probabilità, ce ne sono un mucchio che non si sa dove mettere le mani, dal drago Ladone delle Esperidi a Smog di Tolkien, tutti nascondono un tesoro e c’è anche la nostra storia iniziata col vulcano che fuma le figure, poi ci sono i sogni che facevo da bambino, due in particolare quindi ci vuole uno psichiatra per interpretarli, andiamo all’inferno a trovare il diavolo, lui è il miglior psichiatra che conosca.
Il diavolo non è brutto come lo si dipinge allora facciamolo bello, prima di tutto è solo un nome il cui peso gli dà la forma del male, nella logica nominalista della bibbia da cui è tratto il nome è forma quindi il diavolo è dio, un essere dalla doppia natura una di male ed una di bene ma potrebbe anche essere una di uomo ed una di donna quindi un ermafrodito, come si chiamano oggi i transgender.
Un bel viso femmineo dai tratti eccitanti, i capelli neri a caschetto tipo la Valentina di Crepax, corpo flessuoso con gambe da ballerina ed un culo da far invidia alle brasiliane, tra le gambe gli penzola un lungo cazzo in un movimento continuo, tipo il pendolo di un cucù.
Fuoco è fiamme da tutte le parti, lui è seduto su un trono di ghiaccio che in mezzo a tutto quel calore non so come faccia a non sciogliersi ma questo per il momento non ha importanza, come mi vede entrare si alza ed esclama: “Finalmente!”
Tasto delicato, sul piano dell’intuizione.
Batte le mani ed entrano delle suore in tonaca nera corta belle ed arrappanti con giarrettiere e calze traforate ed un decolleté aperto su tette mozzafiato, portano una bottiglia di champagne, i calici ed un lettino per il paziente dove mi corico dopo aver fatto i brindisi di rito.
Inizia lui dicendo: “Nella bibbia ad essere considerato male è la donna, può essere che una donna da bambina sentendo le lagne del catechismo rifiuti se stessa e quindi si inverta in uomo.”
La cosa è probabile e rispondo: “Ci possono essere altri motivi più materiali ma non affrettiamo la conclusione, il primo sogno lo ricordi?”
“Come no?” ribatte il diavolo, “avevi due o tre anni, eri in una grotta piena di belle donne incatenate alle pareti, erano nude ed avevano lunghi cazzi che gli penzolavano tra le gambe.”
“Esatto, quindi erano ermafroditi come te, poi c’è l’altro, ero in una valle circondata da montagne aguzze e c’era un drago con ali ed una lunga coda che volava da una cima all’altra. Non ricordo se avevo paura comunque emanava una forza impressionante, ad un certo punto volò verso di me che ero coricato a terra, mi girò e mi leccò sulla nuca. A quel punto mi svegliai e sulla nuca avevo l’umidore reale di una leccata, mio padre era lì vicino, era stato lui, mi aveva appena baciato.”
Il diavolo sogghigna e continua: “Una combinazione straordinaria, sarà stato un caso? Di quel periodo ricordi solo questi due sogni, quindi…”
“Quindi potevano essere sogni indotti che attraverso uno shock si sono stampati nella memoria.”
“Proprio così, ci deve essere un motivo. In quel sogno la figura del drago si collega a quello di tuo padre che faceva il postino e da qui passiamo al mito, Pitone, un altro drago, Pito, Pitos, postino, quindi il figlio del postino diventa il figlio del drago.”
“Questo è il punto, un’antica divinità in certe varianti associata all’invidia ed alla gelosia degli dei le cui credenze sono ancora stampate nel livelli del linguaggio in antitesi con il significato corrente di postino, il tema l’ho già trattato quindi possiamo saltare i particolari.”
Il diavolo, stuzzicandosi civettuosamente un capezzolo gonfio dice: “Una figura ambigua, bisognerebbe chiedersi perché il postino lo ha fatto.”
“Invece non ce lo chiediamo, è una domanda probabile e faremmo il suo gioco, bisogna cercarne un’altra. Il postino qualunque cosa fosse era solo un burattino, a quella figura se ne sono sovrapposte altre e potrebbe essere una trappola. Consideriamo solo il drago, un nome che nessuno ha mai visto se non su tavole illustrate o favole per bambini citrulli, chissà le storie che doveva avermi raccontato prima di quel sogno. Un nome a cui dare una forma che non sia quella di invidia e gelosia tramandata nel linguaggio.”
Il diavolo rimane qualche secondo pensieroso ad osservarsi il cazzo penzolare tra le gambe e continua: “Potrebbe essere un invenzione letteraria e non essere mai esistito.”
“Una probabilità ma ce ne sono altre.”
“Potrei essere io!” ribatte lui battendosi la mano sulle corna.
“Tu sei solo un nome, parole che scorrono sul foglio di carta, che centri?…comunque gli indizi apparenti portano a te ed alla forma che hai che si potrebbe essere trasferita su altri, niente nomi, dobbiamo trovare qualcosa di reale, che abbia un corpo suo non trasferibile, cioè non una favola o un sogno.”
Il diavolo si mette la mano a visiera sopra gli occhi per guardare lontano e dice: “Indietro nel tempo, la forma degli antichi dinosauri e tuo padre si chiamava Dino… suona col nome di dio padre e con divino, tutti nomi da eliminare…”
“Esatto, anche i dinosauri, chi li ha mai visti? Ci possono essere stati ma non aver niente a che fare col nostro drago, questo deve fumare, sputare fuoco e fiamme dalla bocca e perché no? anche dal culo.”
“La figura di un vulcano.” Continua il diavolo, “I vulcani sputano fiamme però non volano come il tuo drago.”
“Anche i poeti lo fanno, le parole volano e le fiamme che sputano certe volte bruciano più del fuoco, ma in questo caso si tratta del figlio del drago che non è il drago quindi deve essere un’altra cosa.”
Il diavolo mi guarda sornione e dice scandendo le parole a cucù: “Il vulcano potrebbe essere solo la bocca del drago, in questo caso deve seguire il resto del corpo, si vede la Terra e questa vola anche se non si vedono le ali.”
“La Terra è un pianeta, una parte dell’universale, bisognerebbe comprendere tutto l’universo, in questo caso la figura va da un’altra parte e quello che lascia è niente.”
Con un ultima fiammata l’inferno si spegne e svanisce, mi ritrovo seduto al computer mentre sto scrivendo e l’idea si prepara ad una nuova figura…