Lo starnuto.

lo starnuto

Quella notte ero immerso nella solitudine, la sentivo pesare più che mai, fuori dalla finestra la vita sguazzava in un porcile figurato di parvenze di vita che echeggiavano senza fine, la solitudine d’essere umano in un mondo di bestie, nessun approccio era possibile, la noia pesava e mi schiacciava allora mi misi alla macchina da scrivere, infilai un foglio ed a quel punto mi venne una mosca al naso e mi fece starnutire.

Lo starnuto colpì il foglio in pieno e lo penetrò trasformandosi in vento, prese a soffiare sul mare, non si vedevano rive, la notte era stellata e tutte le stelle brillavano ognuna che più non poteva, l’acqua era calma e le specchiava cullandole sulle sue onde, molti erano i pesci che affioravano in superfice per guardare lo spettacolo.

Al vento piacciono le onde del mare, iniziò ad alitarci sopra leggero, con la punta della lingua le solleticava scorrendo dall’incavo delle natiche alla testa, queste friggevano e si drizzavano spruzzando spuma, molte si giravano offrendosi davanti a quella lingua puntuta che si infilava tra le loro gambe penetrando profondo fin dove sapeva si poteva arrivare, tutto brillava dei raggi delle stelle.

Eccitato il vento aumentò il suo soffio, le onde si incresparono, su molte la spuma prese la forma di sirene e si misero tutte a cantare, i suoni giocavano col vento intrecciandosi aerei in vortici che piroettavano luminosi come piccole trombe marine alzandosi sempre più in alto, il mare lievitava, pulsava come un cuore abbandonato all’amore, l’acqua scorreva veloce, da lontano si sentiva il rimbombo della tempesta che si avvicinava.

Impetuoso vento s’alzava alle stelle e poi planava tuffandosi nell’orgia marina, si scontrava con le onde alzando le sirene ed ognuna le faceva ballare in punta di lingua gustando la spuma che si scioglieva all’orgasmo, le onde impazzite si scontravano una contro l’altra, si univano diventando sempre più grandi, si aprivano abissi tra le alte cime innevate di spuma, il vento tutte le copriva spingendole ed incitandole.

Il canto si fondeva con l’urlo del vento, i raggi delle stelle vorticavano nel mezzo spruzzando brillantini che irradiavano la spuma di fiamme, lunghe lingue di fuoco s’accendevano ovunque e tutte leccavano la poesia che le alzava in un incendio colossale, a quel punto mi accorsi che stavo scrivendo e richiamai lo starnuto a più saggi consigli…

 

drago innamorato

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