Tornare a volare.

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tornare a volare

Tornare a volare, che sogno!

Volare è una parola, la forma è alquanto soggettiva, in poesia appare spesso, strausata, chi la vede così chi la vede cosà.

Le categorie degli uccelli, cioè quelli che lavorano con le parole, sono tante quante le specie di volatili presenti in un’enciclopedia, ce n’è di tutti i tipi e colori, dai stanziali che non si muovono mai dallo stesso posto ai migratori che girano il mondo, ce ne sono che mangiano semi e che mangiano solo belle bistecche al sangue per non parlare dei cannibali che per fortuna sono rari come i filosofi…

Volare a parole è bello, bisogna conoscerne tante, più parole si conoscono più si vola alto ma personalmente preferisco volare coi fatti, ali belle solide attaccate alla schiena, fare a gara con le eruzioni dei vulcani a chi raggiunge prima le nuvole e poi scendere in picchiata per tuffarsi negli abissi più profondi degli oceani a far scherzi ai pesci che vivono li per risalire ancora a respirare aria pura sull’alta vetta che nessun altro può raggiungere.

Questo è un posto particolare, oltre non c’è, si può solo creare, organizzare feste, banchetti colossali, cacce in pianeti vergini e inesplorati piene di animali feroci ed insidie in ogni angolo, guerre tra le stelle con bordelli di puttane galattiche dove si scopa come pazzi tra musiche champagne e mille altri sollazzi, insomma un posto così solo che la solitudine è estrema ed ogni tanto viene voglia di tuffarsi in una casetta tra gli alberi a fare una vita semplice e normale.

rosa continuum

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