Ogni giorno è l'ultimo.
Botte piena e moglie ubriaca.
Gli effetti dell’affollamento fan cagnara
ma la causa resta ignara,
cani e porci non son fatti
che per stare con i matti,
mondo boia non conviene
perché a patti non si tiene,
frusta e forca fanno testo
cosa vana è tutto il resto.
Van le bestie a raccattare
cosa han messo a seminare,
non c’è capra da far espiare
ne pietà da richiamare,
la ragione non si oppone
alla bestia del pappone,
la sua luce è cosa rara
e non tratta la cagnara.
Il cannone.
L’argomento gira in tondo
per la festa di san Giocondo
nella botte chi ci piscia
prende morsi da una biscia
tuona il cielo temporale
tutto quello che fa male
la carretta della posta
porta baci per quel che costa.
Vento d’amore non spira invano
sopra i calli della mano
fatto acciaio d’un sol pezzo
dalle fiamme del disprezzo
godere si può quel che si dice
piacere il gioco senza la lice
mentire non duole a quel che mente
sulla menzogna dell’altra gente.
Fiuta l’ardore della sua pista
vagar col naso alla sua vista
tinge il pennello d’oro colato
canzone breve d’uno scampato
conta sul dito quel che fa rischio
chiamar la cagna con un bel fischio
fatto non è per stare in croce
ma per trombare con la sua voce.
Chimera.
Rosso tramonto illumina la strada
breve il tratto che porta alla sera
soldatini di cera armati di spada
su binari sbarrati incontro a Chimera.
Cade la goccia dal cielo blu
corre sull’onda davanti la fila
spuma incantata d’un bianco tutu
che al mare d’inganni ha tolto la pila.
Veder la natura danzare di gioia
accenti e accidenti portati dal vento
del grave paziente si calma la foia
luce palpitar d’un solo momento…