Ogni giorno è l'ultimo.
La macaca.
(favola a puntate)
Rovistando nella libreria ho trovato un libro di favole, nulla di eccezionale non fosse che non l’avevo mai visto prima, tutti i testi li ho letti e riletti e li conosco bene, questo da dove spunta?
Sembra nuovo ma la rilegatura a filo è di quelle che si facevano una volta, forse l’ho comprato ultimamente e poi me ne sono scordato, capita. Il titolo è: “Il confine tra sogno e realtà.” Sotto la figura di una linea con una doppia curvatura, sembrano ali che penetrano nel libro, provo a seguirle e dal nulla si apre la prima pagina.
C’era una volta un principe che stanco di fare il principe si era ritirato in una casetta tra gli alberi e viveva esclusivamente di caccia, di pesca e di quel che capitava. I principi si sa sono tutti belli, questo aveva gli occhi azzurri e i capelli ricci castano ramati che sotto il sole sembravano fiamme scoppiettanti. Il giardino era pieno di alberi e di fiori e lasciava un varco aperto da cui in lontananza si vedeva fumare un vulcano, un piccolo torrente scorreva poco distante formando un laghetto dove galleggiavano splendidi fiori di loto, c’erano tanti pesci dorati che guizzavano spruzzando goccioline che ricadevano rimbalzando sul pelo dell’acqua con risolini allegri che si fondevano con i mormorii della corrente e gli uccelli che si posavano sui rami si specchiavano in quella musica e l’accompagnavano con i loro canti melodiosi.
Il principe viveva solo ma si era fatto amico il vulcano e ogni tanto si parlavano.
Un mattino esce di casa per andare a fare il bagno nel laghetto come è solito fare tutti i giorni quando vede una scimmia ciondolare su un albero, subito incocca una freccia all’arco e fa per tirarle, poi si ricorda di avere il frigo pieno e inoltre carne di scimmia non l’aveva mai mangiata ed allora si ferma a guardarla.
Anche la scimmia lo guarda, è un macaco, anzi una macaca, per un po’ si studiano poi quando il principe posa l’arco con un grido acuto si mette a saltare tra i rami improvvisando una frenetica danza aerea, si tuffa nel laghetto facendo uno spruzzo di gioia ed infine esce tutta grondante d’acqua scodinzolando a festa.
Questo principe aveva un dono naturale che gli permetteva di parlare con la natura, non solo gli animali, tutte le cose fino alle stelle e non andava oltre perché a modo suo era modesto, così sentì la scimmia dire: “Ciao, mi chiamo Michico, sono scappata dallo zoo di Tokio perché ho sentito tanto parlare di te e volevo conoscerti, ho un sogno e voglio realizzarlo, tu lo vedi, sono una macaca ma non mi trovo con gli altri macachi ed a volte sogno di essere una donna e non sai come soffro al risveglio quando mi vedo così brutta e pelosa, ho un desiderio, mi vergogno a dirlo ma è così, vorrei entrare in quel sogno e non uscirne più, uno scimpanzé dello zoo che da giovane ti aveva conosciuto ha detto che tu sai come fare ed allora eccomi qua.”
Sul frusciare del vento il giardino si raduna in assemblea, un merlo tra i rami cinguettando e fischiando dice: “Ah ah ah, una macaca che vuol fare la donna, quando mai s’è sentito?”
Un pettirosso poco più in là risponde: “Conosco bene le donne, non ci vedo una gran differenza, perché non dovrebbe?”
Una vecchia quercia carica d’esperienza, facendo stormire le foglie, con voce grave e solenne ribatte: “Non ci vedo un gran guadagno, forse farebbe meglio a rimanere macaca.”
Un ranocchio salta su una ninfea e gracida: “Gra gra, fatevi gli affari vostri, di quali donne andate spettegolando?”
Sullo sfondo il vulcano fa uno sbuffo di fumo che si modella in una sirena su uno scoglio che guarda il mare, su un’onda all’orizzonte una barchetta a vela vola sulla spuma avvicinandosi…