Ogni giorno è l'ultimo.
Il piacere di cagare, ah! Un estasi… sedersi sul cesso e alè, gustare lo stronzo che scende placido e poi splash, liberatorio, la leggerezza, il volo, il benessere.
Un chilo d’uva al giorno è l’ideale, l’effetto assicurato, meglio di qualsiasi purga e oltretutto non dà caghetta, gli stronzi di settembre sono i migliori e forse solo quelli che hanno avuto la fortuna di nascere ai tempi che l’uva si pigiava coi piedi ed hanno danzato nelle tinozze possono capire, il profumo delle vigne, il sangue che sgorga, il mosto che bolle, gli assaggi di prova.
Piacere indicibile, negato, i limiti del fenomeno digerente, un corpo diviso in due, la bocca è bene ed il culo è male, in filosofia uno è nome singolare e l’altro è forma universale, per la logica pura il nome non è forma quindi la bocca è solo un nome ed il culo il resto del corpo, per il nominalismo il nome è forma quindi la bocca è culo, la distinzione è data da un giudizio, uno buono ed uno cattivo della stessa cosa, d’altronde faccia da culo è un termine corrente e non c’è nulla da stupirsi.
La liberazione del culo, alla grande, cagare, pettare eccetera, toglierselo dalla bocca, cantarlo ai quattro venti, abbuffate d’uva… meglio far lavorare le campagne che gli ospedali, discorso bloccato, la psicologia dell’io, se gli si toglie il potere di criticare, di trovare sempre il male altrui per passare per buono non sa più che dire, si perde, si annulla, una bocca che maligna il proprio culo, il proprio corpo ed in questo modo si trasferisce nel pensiero dove continua a malignare, negare tutto e tutti per poter esistere.
Una mentalità nuova da scoprire.