Ogni giorno è l'ultimo.
Poesia.
Parole.
Acqua che scorre da un rubinetto chiuso
s’immagina
folletti tra i fiori scambiarsi le mutande
quadri con picche puntute finestre aperte sul sentiero
la notte
tra i rami del bosco filtrano i raggi di luna
il ragno li tesse
tappeto volante in viaggio nella fantasia
polvere di deserto
arido tempio fra le stelle
la semplicità in un bicchiere di piscio da bere in un sorso
stride al contrasto
ride
chiuso in quel giorno, quale giorno?
Oggi soltanto saltando quel tanto che ingombra
pelle di specchio in frantumi
palazzo di vetro
un posto tranquillo per rollarsi la canna
vaghe nuvolette svaporano nell’aria
Sfumature.
Amante distratta sulla strada puntato il mirino
saetta affilata si lancia
boato di tuono esplosione
s’alza l’onda lunga lingua a leccare
il culo della questione
“un bestione si sa ma fa l’occasione”
sfumature le parole pennellano il padiglione
la cracia dei piedi per il lungo cammino
il sentiero serpeggia sull’orma tra l’ombra d’una bomba
s’allunga tra gli anfratti della piaga
pus fresco che cola lava di vulcano tra le fiamme eccitate
colore di pesco fiorito
il sole lo bacia al giro di boa,
Serenata.
Occasioni da cogliere sull’albero del caso
in giro per la vita andando a naso
cova l’idea intanata a casa
che dal teatro di illusi se n’era ’vasa
re regine conti e duchesse
fan girotondo sulle carni lesse
foglie ingiallite d’un vecchio bosso
che tremulo vento conduce al fosso.
Suona la lira un satiro stanco
di cantare lagna sul foglio bianco
note scordate di versare in banca
sangue e sudore della scarsella franca,
Eco non vuole puntare al gioco
l’abito smesso di prender fuoco
solo a vederlo alzare i tacchi
ahimè dolere si presta a sacchi…
’giunge la via parole rotte
che sole al tramonto conduce a notte
tutte le stelle che brillano ratte
porgono al seno il caldo latte
mangia la foglia il parlar segreto
che nulla ragiona d’alcun divieto
nuda la pelle non porta data
solo il piacere d’una serenata.