Ogni giorno è l'ultimo.
Essere e maschera, uno è nome e l’altra è forma, singolare e plurale, tante maschere, facce più o meno da culo, abitudine, porco comodo eccetera, autocritica, la misura dell’uno, lo standard, tutte le altre misure sono zoomate in piccolo ed in grande dello standard quindi non reali, il pensiero e l’intenzione attiva, si clicca sul nome e lo zoom fa apparire sulla faccia la maschera nominata, ognuna recita la sua parte, copione trito per l’occasione, fin qui ci siamo ma la faccia vera dov’è? È lo standard?
Il non essere è tutte le cose che l’essere non è, psicologia statistica, i soldi il tempo a disposizione vegliare dormire i sogni, livelli di possibilità ogni livello così fan tutti, adeguamento, lo standard è così fan tutti? Tutti è plurale quindi forma e la forma non è nome, l’essere è solo una parola, il significato oggettività variabile, allora chi è?
Quel che si crede di essere, essere non è credere, una cosa certa che si può vedere e toccare, all’intenzione segue l’azione, riflessi condizionati, probabilità, se uno ha fame va a caccia, sul campo si conquistano i galloni, il mondo delle maschere va da una parte l’essere da un’altra, negarlo si prende la forma non negarlo è solo un nome ed il nome si può cambiare a piacere e la forma rimane invariata.
Ereditarietà del nome, il pedigree dei cani, i pensieri sono tanti, tanti è plurale quindi forma, pentolone di pensieri che bollono, fuoco di noia, se si agisce è comportamento, l’esperienza, lo scudo contro le intemperie, ombrello d’acciaio, i fori per guardar fuori dalla tomba, quel che si vede, le ombre della caverna di Platone, quel che si crede non è la realtà, quel che non si crede cos’è?
Bella domanda, la domanda è una quindi nome, la risposta è forma, lungo elenco a cascata, ancora i livelli statistici, le possibilità, arriva l’autunno e l’albero si spoglia, le foglie cadono, rimane nudo, senza maschere, senza risposte, in attesa della primavera per rifiorire a nuovo.