Ogni giorno è l'ultimo.
La data base.
Capita a volte, si inizia a scrivere una cosa poi si volta pagina e si continua nella realtà, la psicologia, l’atto, Aristotele*[i] nel libro sull’Anima dice che date tutte le possibilità di comportamento che ci sono solo uno è l’atto, cioè quel che si può fare e che si fa, ad esempio come ci piacerebbe annusarla ad una bella ballerina e poi ficcarci la lingua, è nelle possibilità, l’abbiamo fatto tante volte ma rimane in mera potenza, il tabellone con le tante cose che ci piacerebbe fare gira e gira e poi si ferma nell’unica possibile ed eccoci qui a scrivere, sembra la solita pizza che si srotola ma fortunatamente Dùcento ci ha avvertiti così abbiamo potuto rivedere il piano.
Che il personaggio di una favola possa dialogare con l’autore che scrive è possibile, si impostano attori e campo d’azione e poi si continua causa effetto, sembra che poeti e scrittori siano dei mistici invece è un calcolo matematico e non si può sbagliare una virgola, in fin dei conti Dùcento è un alter ego dell’autore, un attore che recita a braccio, in ogni storia ha cambiato nome e comportamento ed ora sembra arrivato il momento del commiato, forse perché non si sa ancora quale sarà l’effetto della causa impostata, l’idea di due moribondi in camere separate che si spiano dal buco della serratura, uno pratico e funzionale, l’altro molto grosso quindi poco pratico, sembra ci sia solo odio, almeno da una parte e l’altro se ne frega e tira a campare…
Dùcento è il diminutivo di 251.255, 25 12 55, diamo i numeri, una data, il giorno di natale, il giorno zero del tempo, prima di Cristo il tempo si mette a scorrere all’indietro come i numeri negativi nell’algebra, la storia dell’umanità divisa in due, una bene ed una male, la figura del corpo, l’apparato digerente tra bocca e culo, una bene e l’altro male, dal confronto si vede che il tempo negativo è culo ed il buco si trova all’origine della storia, il primo giorno, dopo miliaia di anni chissà quante cagate, chissà che merdaccia ci deve essere.
Prima di Cristo il natale era dedicato a Priapo, si allestivano presepi con enormi cazzoni poi la musica cambia, almeno all’apparenza ed il cazzone finisce coperto dalle braghe sanguinanti del crocefisso, sono solo parole eppure… in un cottolengo ci sono solo pazzi ed i pazzi sono dei malati ed il loro comportamento non si può giudicare, altra figura con le macchinette, si infila il programma ed il resto è conseguenza, anche in questo caso non si può dire nulla, gira il tabellone delle probabilità, cosa fare allora? Se non si trova da criticare o malignare su qualcosa o qualcuno l’io si spegne, tace e questo ci piace.
Riunire la storia togliendo il piolo conficcato alla nascita di Cristo, i numeri tornerebbero a scorrere tutti positivi come in natura, probabilità da considerare con prudenza, i pioli si piantano nei cuori dei vampiri e potrebbe risvegliarsi un mostro.
Dùcento è quella data, l’abbiamo seppellito sotto un cumulo di foglie pieno di parassiti che lo stanno mangiando vivo, può esistere solo tra le parole della favola o le immagini del pensiero, il super io che trascende dalla spaccatura della storia, del corpo, se l’essere è passivo è attivo il non essere, d’altronde i bei culi piacciono a tutti e questo è significativo, il problema non avendo forma nella realtà è solo nominale ed i nomi si possono cambiare a piacere.
Data la premessa sulla scala stregata si sta delineando la figura di un grosso cazzone e tutto intorno la buca di Dùcento piovono merde dal cielo, la manna! Chi le caga al momento non si sa, nelle probabilità si vedono cose inconcepibili per la mentalità attuale ma gli articoli lunghi non ci piacciono quindi facciamoli corti, impostata la causa segue automaticamente l’effetto, alla prossima puntata.
[i] * tratto da “Storia della filosofia” di N. Abbagnano con la dovuta interpretazione: (il nome non è forma, l’uno non è universale, l’atto non è potenza = l’atto è uno e nome, la potenza è forma ed universale.)