Ogni giorno è l'ultimo.
Candelotto di dinamite con la miccia facilmente infiammabile, basta vederne una che pum! forse anche l’odore come il suono della musica si può guardare, meccanismo complesso del corpo animale, potrebbe essere un etichetta appiccicata come nei vini, ad esempio l’Arneis, basta dire il nome e si sente il profumo, in informatica i codici digitati e le forme che richiamano sulla pagina web sono in stretto rapporto, si può digitare a nuovo oppure ricavare la digitazione da una pagina analizzandola con un editor come f12, ad ogni parola digitata corrisponde una forma sulla pagina e viceversa, in questo caso il sistema psichico deve funzionare nello stesso modo, basta la parola e pum!
Gatta ci cova, nomi che richiamano dal subconscio odori ancestrali che provocano riflessi condizionati, coupe de foudre! L’effetto dello scoppio è relativo alle possibilità, l’atto che si sviluppa si può realizzare ed in questo caso si spegne fuoco contro fuoco oppure no ed allora si reprime, come trattenere una scoreggia, l’intestino si gonfia, esplosione interiore che di solito si risolve in scopate di fantasmi mentali facendosi una sega.
“Vederti e prendere fuoco è stato uno…” oppure come scrive Bulgakov nel Maestro e Margherita: “L’amore assassino sbucò fuori dal buio e colpì a tradimento…” richiamo al Faust ed alle tentazioni del diavolo, Odisseo incatenato al palo incantato dalle sirene supplica di liberarlo ma come fare quando le catene sono puramente immaginarie?
L’universale è uno nel nome come la pagina web è una nel link, senza nome è come un software senza hardware, si vede un mondo diviso in nazioni ognuna che all’apparenza sembra andare per conto proprio, le parti dell’universale direbbe Hegel, in un orologio sarebbe come se le rotelle degli ingranaggi si mettessero a girare senza ordine ed il risultato pare ovvio, il manicomio, l’invidia e la gelosia, le catene o meglio un link posticcio perché comunque il pianeta è uno e le parti di universale che vi crescono all’interno senza alcun ordine ne seguono la logica.
Automa d’argilla animato da una luce senza origine, fuoco fatuo sputato in bocca, s’accende la zucca, figura ambigua di maschio e di femmina che si divide nel pensiero in Adamo ed Eva e relativo paradiso ridondato dai modelli ideali trasmessi dai media, l’invidia e la gelosia di corpi immaginari che odiano quelli reali, la figura anima ed il comportamento è conseguenza, dal di fuori si vede bene, ambiguità, ad ogni causa corrisponde un pacchetto di effetti e bisogna sempre calcolarli tutti cioè chiedersi che sarebbe altrimenti. Nei sogni è facile far correre la fantasia ma nella realtà il discorso cambia ed in questo caso ad intenditor poche parole.
Il titolo di una qualsiasi opera racchiude in sè l’intera opera sia essa un semplice raccontino che tutta la storia umana, fuori dal paradiso degli automi d’argilla cioè dall’invidia e gelosia com’è? Domanda interessante, la libertà potrebbe essere la risposta, il canone si guarda, quel che si vede è quel che si vede.
NDA: Sessant’anni fa nelle campagne dell’ Astigiano si scavavano e accendevano zucche senza sapere di Halloween.