Ogni giorno è l'ultimo.
Di grande fuoco una tremula fiammella
nella notte ubriaca demoni danzanti luce sfolgorante
sola porgeva la sua mammella
goccia di latte il suo lumino alla lingua declamante,
neve di parole si presta al gioco
slegar perfetto all’imperfetto
tomba del fu solo per poco
a rimestare il succo del progetto,
volare sul rosso manto delle papille
il gusto di parlare per silenzio
cose non dette son più di mille
tacita ebbrezza estasi d’assenzio,
sfoderato l’arnese senza guanto
l’origine del guaio deflorato
a l’amaro verso unico vanto
dono zuccherino d’oro colato,
bicchiere colmo si beve a fiato
istante di vita fracassato al muro
restano i cocci per quella scopa
che ramazzare deve e niente altro.