La fossa dei leoni

Quel giorno era di pomeriggio, non avevo un soldo allora m’ero chiuso in casa e comodamente stravaccato in poltrona stavo leggendo un racconto di Singer. Parlava come al solito di un ghetto di ebrei, piccoli borghesi cretini, dottori eccetera, circondato dalla miseria di cui era causa dove era stato rubato il capro espiatorio proprio il giorno che dovevano portarlo al deserto, il seguito non ha importanza, l’idea mi piaceva e stavo studiando come modificarla per riscriverla a modo mio.

Non tardai a capire che non era da scrivere ma da fare, mi abbandonai all’ispirazione ed al posto del racconto venne fuori questo ditirambo:

 

Nella fossa dei leoni

con la fame non si scherza

denti e artigli fan da padroni

piatto in gioco è l’esistenza…

 

Vale l’agile destrezza

buttar l’ali da cappone

rutti e affanni da pappone

per volar con leggerezza…

 

Trita carne libro di storia

vago sogno della gloria

dove il vento soffia amaro

prua vela al suo riparo…

 

fossa dei leoni

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