Ogni giorno è l'ultimo.
Un giorno solo in memoria, chi ha avuto la pazienza di leggere l’Ulisse di Joyce può avere una pallida idea di quante cose ci possono stare, immaginarsi tutte le sfumature di alba e tramonto prese su tutte le longitudini e latitudini del pianeta ognuna diversa dell’altra che si svolgono in sole ventiquattr’ore, lo sciacquare delle onde su tutte le spiagge del mondo sempre in un solo giorno, in filosofia ragionando alla Hegel si vede un universale maggiore, ad esempio un calendario ed un universale minore tratto dal maggiore cioè un giorno qualsiasi di quel calendario, una sequenza di date, il giorno lo si può prendere a caso per studiarlo oppure può essere convenzionale come la nascita di Cristo o il meridiano di Greenwich oppure ancora può essere oggi e tutti gli altri giorni stanno dall’altra parte, nell’universale maggiore che è il non essere di oggi e quindi non essere.
Oggi comincia con O, il Canone gioca con le parole e fa i confronti, come nella figura precedente la lettera O è un universale minore presa da un universale maggiore che è la parola che la contiene a sua volta minore perché presa dalla frase che la contiene che è presa dal periodo che è preso da tutti i periodi che possono comporre un libro che è preso da tutti i libri che possono essere stati scritti nella storia dell’umanità, nella fenomenologia si vede la sequenza dal bit al byte al megabyte al gigabyte eccetera, un universale di parole da cui ne prendiamo una a caso, “poetare” ad esempio, se da poetare si toglie la O rimane petare, la O è una figura, la si può vedere come un buco, trattandosi di petare un buco di culo ma in questo caso è una lettera tratta da poetare ed i poeti non petano dal culo ma dalla bocca e di conseguenza si nutrono dal culo, la figura è da interpretare ed il come per il momento lasciamolo in sospeso.
L’embrione cresce, la O la si può vedere come uno zero, in filosofia il fenomeno è uno spazio compreso tra due limiti di tempo di cui il primo è sempre uguale a zero e coincide con il punto finale del fenomeno precedente, come dire la data d’inizio di un periodo storico, la bocca è il punto d’inizio del fenomeno digerente quindi la bocca è uguale a zero, una data, può essere l’ora che si inizia un pasto, segue la digestione quindi l’arrivo al punto finale dove trascende lo stronzo dal culo, il punto finale, in un altro fenomeno dove a sua volta diventa cibo per mosche ecc.
Nella poesia bisogna vedere il processo inverso, il cibo che nutre il poeta, potrebbe essere altre poesie comunque altre parole che viene ingoiato digerito ed elaborato ed infine, qui non si dice cagato ma petato, l’aere impalpabile se non dall’emozione della poesia, a essere petate sono le parole che compongono la poesia quindi le altre parole che non sono poesia sono merda o discorsi di merda.
Su queste figure ci si può sbizzarrire a piacere, di solito si inizia petando e si finisce cagando, un altro fenomeno, nello spazio limitato di questo oggi stavo studiando un’idea per scrivere un racconto, era una figura complessa in parte autobiografica che si svolgeva contemporaneamente su altre parti del pianeta in altre persone e sempre contemporaneamente in uno sdoppiamento del soggetto narrante.
Si trattava di un poeta italiano che non appariva come quel poeta ma un dottore e negli altri casi del tutto simili prendendone uno a caso di un poeta giapponese. Questo poeta che sia ben chiaro non era lui ma il dottore sdoppiato in lui credeva di essere nobile e faceva ricerche a tutto campo nei libri araldici per trovare la radice della sua nobiltà. Di casi analoghi nell’esperienza c’è Alessandro magno che si credeva figlio di Dio e poi altre figure, ad esempio frasi tratte dal don Chisciotte dove Cervantes accenna sull’immagine dello spirito santo a tutte le scopate fatte dai nobili sulle belle contadine che capitavano a uccello che dovevano aver prodotto una schiatta di nobili non riconosciuti che si muoveva nel popolino.
Comunque questo dottore cerca e ricerca arriva a scoprire che da bambino era stato adottato da quella che credeva la sua famiglia e questa lo aveva comprato nientepopodimeno in un accampamento di zingari. Le prove erano inoppugnabili.
La reazione alla scoperta è un effetto quindi comprende più reazioni, quella del poeta giapponese che sognava di essere samurai e scopre di essere sul libro degli eta, quella degli altri rimasti anonimi, quella dei dottori sdoppiati e quella autobiografica del poeta che studia l’idea.
Cagato da un accampamento di zingari quindi rielaborato dalle mosche, immaginavo le reazioni degli altri e vedevo che mi stavano guardando tutti interessati aspettando quello che avrei fatto, sul momento feci una bella risata e poi, sciorinata la figura l’autore che scriveva decise di essersi divertito abbastanza e mise il punto.