Odisseo.

 

Noia e prurito da grattare pene

incatenato al palo della triste nave

cantano sirene canzoni oscene

su ali spente a menare fave.

Grava la soma di un grande apparato

vestito a festa sui stracci lordi

suino leccare di piatto nomato

il dì fatto notte a sentire di sordi.

Ricordo incarnato nell’alito marcio

non c’è speranza ne premio d’alloro

semplice e nuda la forza del braccio

sfodera spada d’astuto guerriero.

sirenetta

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