Elisabetta terza.

 

Un cazzo volante

bussa alla finestra verginella

che sola soletta nella sua cella

sogna un ciuccio da far poppante.

Così prende l’ispirazione

d’infilare il tubo in quella fossa

di gola fonda e lingua rossa

denti aguzzi a conciar cappone.

Sangue bevuto a garganella

spreme la fonte di quel castello

che d’ali pronto a far l’uccello

posa in quel favo la sua favella.

 

luna

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