Il ragno nella figa della Madonna. (3)

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Dall’oscurità del cratere, fumoso come un ombra, fa capolino il ragno, le stelle lo illuminano fiocamente riflettendosi sul suo immenso corpo come in uno specchio.

Lei lo guarda sorpresa e chiede: “C’è da preoccuparsi?”

Rimbalzo di figure: “Non so, di solito i ragni pensano solo a mangiare ma dopo la scopata che abbiamo appena fatto deve essere sazio poi… questo ragno fa tutto quello che vuole chi sta scrivendo questa storia, dipende da lui.”

“Bella consolazione, allora divertiamoci.”

“Buona idea, possiamo andare a vedere che cosa c’è nel buco della stella Polare, saliamo sul ragno, ci porterà lui.”

“Come sei frettoloso, questa figura meriterebbe di più.”

“Non mi va di sprecare parole, andiamo!”

Ci avviciniamo al ragno, il suo corpo luccicante di stelle occupa tutto il cratere, ogni stella palpita come un occhio, batte leggermente le chele, impalpabile silenzio del sogno, allunga una zampa verso di noi strisciandola sul terreno, poi la contorce angolandola come una scala dove saliamo sistemandoci tra i ritti peli della sua testa.

Il ragno, procedendo all’indietro scende nel cratere, buio fitto per un po’ poi appare un immensa grotta solcata sulle pareti e sul pavimento da rigagnoli di lava incandescente che scorre borbottando, una luce calda, soffusa e rossastra, profumata di hascisc, illumina l’ambiente, ovunque ci sono letti con sopra uomini e donne mascherati che scopano come matti, al centro, divisi da un rivo di lava fumante, ci siamo noi sotto il riflettore.

Lei su un comodo letto ha un negretto giovane, il corpo unto di oli profumati, che la sta leccando in mezzo alle gambe, con la mano gli accarezza i riccioli crespi ondulando i movimenti della testa, dall’altra parte, su una nuvola di spuma vaporosa, una bambina bionda dai tratti acerbi della fioritura me lo sta succhiando con arte e passione.

Sul ragno si sta comodi, si vede come se si fosse lì, si sentono chiaramente i gemiti godulenti. Lei mi accarezza il cazzo con una mano e sussurra: “Adesso facciamo sul serio.”

Il riflettore si sposta sul suo letto, tirandolo per i capelli fa alzare il negretto sulle ginocchia, dice: “Otello è un tesoro raro…” gli lecca un po’ la cappella poi gli infila un preservativo facendolo scorrere fino alle palle e se lo sistema sopra spingendogli con una mano il cazzo nella vagina.

Il negretto comincia a stantuffare alla grande, colpi decisi bene assestati, ci dà quanto basta poi viene, lei lo fa nuovamente alzare, gli sfila il preservativo rovesciandolo, me lo fa dondolare davanti agli occhi coloso di sperma ed esclama, con voce mielosa: “Toh, lecca!”

continua

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vulcano 3

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