San Giuseppe.

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Una volta mi trovavo in un imbarchino sul Po, era una notte di ottobre, aveva piovuto una settimana di seguito ed il fiume scorreva gonfio e rombante, il cielo era ancora nuvolo ma qua e là si aprivano degli squarci dove si intravvedeva qualche stella fioca ed aerei con le luci intermittenti che andavano chissà dove.

Mi ero seduto su un rialzo del pontile vicino all’acqua che trasbordava dall’argine spinta dalla piena ed ero intento al mio passatempo preferito, mi facevo portare un bicchiere pieno di vodka, lo scolavo e poi lo gettavo nel fiume, dato che i gestori conoscevano le mie abitudini e pagavo mi portavano bicchieri di carta ed andava avanti così da un po’ quando vidi un tipo con l’aria spiritata sul bordo del pontile con un sacchetto in mano, sembrava indeciso di buttarsi, oscillava tra il fiume e la riva poi si accorse che lo guardavo, rimase un attimo perplesso e venne a sedersi vicino.

Teneva il capo chino e singhiozzava, lo guardai tra i fumi dell’alcol che mi danzavano negli occhi, era annebbiato, vago, qualsiasi, indescrivibile, sul momento ordinai due vodke, me le portarono e gliene porsi una, lui annusò il bicchiere e lo scolò d’un fiato poi si voltò a guardarmi, era disperato, gli chiesi: “Ehilà, che c’è che non va?”

Lui spostò lo sguardo verso il fiume e rispose: “Ho appena ammazzato mia moglie.”

Aveva ripreso a singhiozzare, la cosa mi stuzzicava, poteva venirne fuori una storia da scrivere e continuai in tono bonario: “Be’…sono cose che capitano, è successo a molti, che ti aveva fatto?”

Il tipo rimase qualche secondo in silenzio per calmarsi e raccontò: “Mi aveva…è una storia lunga…me l’avevano detto che si metteva con gli uomini solo per farli cornuti e poi era gelosa, gelosa in modo morboso, mi bastava parlare con una o guardarla, sfasciava tutto, mi picchiava, una follia assassina…era molto religiosa, forse nel paese dove era nata, da bambina, chissà?… maniaca, le sue urla mi mettevano nudo, mi vestiva di una fascia intorno alla vita e poi mi inchiodava in croce, allora si calmava, si metteva uno scialle bianco in testa e si inginocchiava di fronte, pregava poi mi srotolava la fascia e me lo prendeva in bocca e succhiava…in modo divino, dimenticavo tutto ma poi, come chiudevo gli occhi…”

Lo interruppi per dire: “Ne ho conosciute tante così… che ne dici di un’altra vodka?”

Lui alzò una spalla e mente feci un cenno al garzone del bar per ordinarle continuò: “Andava con tutti quelli che voleva, gli amici me lo dicevano ma non volevo credergli, lei era…certe volte sembrava un angelo, piangeva, mi faceva sentire…ma questa notte…ero andato a letto presto, avevo lavorato tutto il giorno, ero stanco e mi ero addormentato subito. Mi svegliai verso le undici, lei non c’era, era andata con chissà chi, mi alzai, il sonno era passato, decisi di aspettarla, accesi il televisore, feci un giro dei canali e puntai su un filmetto porno, sapevo che l’avrei fatta infuriare, forse…lei arrivò un’ora dopo, aveva le labbra gonfie col rossetto appiccicato intorno…lo doveva avere appena succhiato ad uno che aveva il cazzo che puzzava in modo orribile perché aveva un fiato…non mi diede il tempo di parlare, getto la sveglia che stava all’ingresso contro il televisore fracassando il vetro poi si mise ad urlare infuriata, mi si getto contro con un ferro da stiro in mano e…avevo in mano un coltello, stavo sbucciando una mela, l’ho puntato senza pensare…lei…il caso…una maledizione, glielo ho piantato dritto nel cuore poi…non so cosa mi è preso, lei era caduta a terra, devo essere impazzito, continuavo a spingerle il coltello nel cuore, rovistavo, cercavo…la puzza di cazzo che le usciva dalla bocca era ripugnante, non so cosa sia successo, ad un certo punto è scoppiata, pum! come un palloncino, di lei è rimasto…”

Tirò fuori dal sacchetto un cencio di pelle gommosa, rossastra, con qualche pelo appiccicato in giro.”

“Ecco…cercavo la gelosia e lei…adesso che faccio?”

Aveva gli occhi stralunati, gli indicai il fiume, lui rimase qualche secondo indeciso poi con un gesto sprezzante gettò il cencio nell’acqua, le rapide lo presero trasportandolo velocemente verso valle dove scomparve inghiottito dal buio.

Feci un cenno al garzone di portare altre due vodke.

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buco nero

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