Ogni giorno è l'ultimo.
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Fosse la fame a sognare la pastasciutta
fantasma tra le righe di un poema scritto in brutta
copia del lastrico dove precipitano illusioni
più in là di qua a fare la coda dei pavoni.
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Si vede si sente si tocca l’ignoto di vivere
sul palco di un teatro abbandonato dal piacere
a recitare di semi buttati a fiorire in un tombino
sogni fantasie chimere d’un vecchio rimasto bambino.
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Prende mira trovare la rima giusta
con la fortuna che spinge schioccando la frusta
così si fa per non fare altrimenti
meglio di peggio cavalcando accidenti.
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