Ogni giorno è l'ultimo.
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Parole senza peso
buoni e cattivi stesso inferno
crolla il muro
puttane e madonne si abbracciano
poveri e ricchi si invertono
baciando il culo della fortuna
maschere appiattite sul lastrico
la sorgente butta come viene
morsi di denti marci
lacrime di attori
pallottole di mitra coltellate affettati
scendono i santi dal cielo scalando la tomba
ovunque fili e marionette
il buffone ride…
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Torta alla fica
spruzzate di pelo tra i baffi
lingua affusolata serpe sinuosa
sborrate dimenticate all’estro originale
palloni calciati sul campo
le viscere
tutto cola nella bocca buona
gorgoglii bollenti masticati adagio
annata propizia
sollevata la tromba
boato il rutto rimbomba
tra le gambe dei pedoni sul marciapiede
vetrina di meraviglia.
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In punta la lingua
tocca il verso imbucato
posta giacente all’invio sensuale
fiume che inonda l’umano bestiame
carne la pietra il sasso gettato
peccato balocco trastullo
fresco respiro a lungo negato
giovinezza sepolto il ricordo
un altro sognato fantasma del mondo
fa ridere un poco
spazzata la cenere
nostalgia del fuoco.
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Carta bianca
una poesia non scritta
s’immagina s’improvvisa
s’apre la porta
di là lo spazio da creare
a tempo di jazz
bianchi e neri i tasti da suonare
salendo la scala da no a si
gonne svolazzanti
profumini s’attorcigliano all’aria
lupi affamati escono dal bosco
castelli per aria
una macchina romba nella notte buia
i fari puntati sulla strada
sempre avanti.
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Prudenza
da grattare in silenzio
pulci e pidocchi s’ingrassano a sangue
spazzola di ferro sul ruvido pelo
baracca sradicata
burattino aquilone al filo per aria
teso al vento di fortuna
un punching ball sfondato
la mano aperta
al tavolo del poker il morto rilancia
il piatto piange
passa la banda sulla strada
suonando una marcetta.
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Improvvisamente il vuoto
tace il ballonzare di attori
nel favo della spelonca
ingranaggio d’anima repressa
veleno siringato in culo alla superbia
sciacquii di stracci nel pantano
assassino invisibile serpente
abbraccio mortale
giudizio della lingua a stritolare ingiustizia
su una ruota che gira
fantasmagoria spettacolare
da qui al risultato.
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Auguri
sul tapis roulant dell’abitudine
città cimitero lumini alle finestre
paradiso di malati e dottori
beatitudine
tam tam rullano sul fiato del vento
tra le fessure dove il bruco rode
televisioni gettate dalle finestre
parole incanalate alla fogna
un’ astronave da sognare
vagabondi tra le stelle.
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