Ogni giorno è l'ultimo.
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In quel punto che sembra fermo tra prima e poi, le ballerine russe che seguo sui social non postano più, come si fa a scrivere una poesia senza una bella ballerina russa che piroetta anche se solo in un post di instagram?
Bestialità dilagante, un fiume che trascina avvampando allo straripamento per allagare tutto, uno spettacolo.
Il nome non è forma, uno non è universale quindi uno è un nome e universale una forma.
L’uno è singolare mentre l’universale è plurale, cioè formato da parti solide e non è l’uno che è solo una parola.
La filosofia ragiona, prendiamo ad esempio la causa prima o motore immobile di Aristotele, perché dice che la causa prima è immobile? Facile, il nome non è forma, la causa non è effetto quindi se l’effetto è movimento la causa non è movimento e se non è movimento è immobile.
Andarla a cercare questa causa prima, un concetto, la causa è nome quindi uno e l’effetto una forma, quindi universale. Tutto quello che si vede nella realtà sensibile è effetto, si vede l’effetto e lo si nomina causa, quindi la causa è un effetto nominato.
Andando al poi l’effetto è forma di una causa il cui effetto è posteriore nel tempo, nominato questo effetto posteriore si vede che è forma di una causa il cui effetto è posteriore nel tempo, nominato quell’effetto il gioco continua teoricamente all’infinito del poi.
Andando al prima la causa ha la forma di un effetto la cui causa è precedente nel tempo, la causa precedente nel tempo ha la forma di un effetto la cui causa è precedente nel tempo e anche qui si va all’infinito del prima, sempre più giù incontro a quella teorica causa prima e immobile.
La si può nominare causa prima del fenomeno, l’inizio, a questo punto qualsiasi fenomeno, opposta al punto finale.
Esempio può essere un fenomeno storico, la data d’inizio è il nome, segue il periodo che quindi è una forma fino alla data finale, dove inizia il periodo storico successivo, come in una scala di Bach ogni periodo si può suddividere in semitoni dal do al si diesis.
A questo punto si vede una lunga teoria di date fino alla causa prima, la data d’inizio.
Il motore è immobile, dove fermarsi? Nella scala cromatica ogni periodo ottava sia ascendente che discendente è simile all’altro, cambiano solo le frequenze, più alte o più basse quindi dal confronto si può probabilizzare che ogni periodo storico sia la stessa pizza, cambiano solo gli ingredienti.
Qui ci possiamo fermare…
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Se si muove sa di fritto
se sta fermo non va dritto
sulla carta quel che regge
tiene il ritmo dello scritto.
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Parolacce son scoregge
per chi annusa nella legge
il pallone dove fora
scoppia tutto tra le schegge.
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Va lo spirito per l’ora
chi lo vede si innamora
senza male non c’è bene
punta il dito che colora.
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Si vedono delle nuvolette, su una c’è Mosca in fiamme, inizia a nevicare, la grande armée in trappola, chissà perché Napoleone si è fermato? Un’altra Leningrado in fiamme, l’esercito tedesco seppellito dalla neve, chissà perché hanno aspettato tanto? Valla a capire la storia, semina delle idee, la neve si è sciolta e con l’acqua viene lavato il cervello dei morti.
La Russia è grande, non si ha idea quanti idranti occorrono, da tutte le parti perché non si deve ignorare il condizionamento impresso dalla guerra fredda, tutti i film, i fumetti eccetera che hanno sgravitato il granaio russo dall’Europa rendendola piccola piccola.
Capire l’anima russa, oggi si dice software, non è facile, si può risalire alla leggenda del “Negro dello Zar” di Puskin prendendo in considerazione solo il titolo perché il libro non si conclude e lascia un sacco di poi alla Otello.
Negro a palpare la parola deriva da necro che significa morto, morto come le anime di Gogol, i servi della gleba che poi chi erano veramente? I nobili della letteratura russa, come i Karamazov, sono tutti ubriaconi, falliti e buoni a nulla, pieni di vergogna e gelosia e chi più ne ha…
Comunque atteniamoci ai servi della gleba che forse erano quelli che stavano meglio, musiche canti e balli dell’ anima russa. Se negro è morto il negro dello zar doveva essere un servo della gleba, Pietro I sposò appunto Caterina che veniva dal popolo.
In questo caso si vede Pietro che resuscita una morta riportandola alla vita, necromanzia, potrebbe essere un accenno all’anima russa che si irradia sull’esercito sterminato di morti che continua a seguire la troika di Cicicov.
Il discorso potrebbe continuare, ad esempio come nella commedia di Dante Cristo riporta dall’inferno la mentalità degli antichi patriarchi ebrei il maestro e Margherita di Bulgacov riporta nel post rivoluzione la mentalità che c’era prima ed in pratica nulla cambia all’anima russa, ma queste sono quisquiglie, tutto il mondo e paese e a buon intenditore…
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Quando si sgozza il maiale si fa gran festa
l’abbondanza cascata di sangue non si spreca nulla
chi fa a pezzi chi allunga budella chi macina salsicce
tutti ballano cantano si ingozzano
rotolano nel rosso fango inculando vergini fanciulle
carne profumino cuoce sulla brace
vino a garganella spumeggiante euforia
la notte le stelle che guardano
le stalle allo specchio…
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Da una parte bestemmie
da un’altra gargarismi d’opinione
sputati in faccia alla realtà
Giuda con la maschera di Cristo
standard unificato d’umano convivere
nel gran baccano di rutti e scorregge
dopo lunga digestione
e va per il suo campo d’un altro pianeta invisibile
con una zappa pennata a scavare solchi nella terra
seminando le parole di un nuovo racconto.
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Cazzate che altro si potrebbe dire?
grandi peccati non ce ne sono più
trasgressione alla valle di lacrime
povera gente promossa in nomine dei
medicine razionanti manicomio
fiume nel suo letto
dorme la veglia del sonno
scorrendo pigro al caotico mare
lo scoglio sta lì immobile
piantato nel flusso del tempo
a guardare…
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