Ogni giorno è l'ultimo.
Nella piazza tra piedi ignudi s’aggira il cantastorie: “Ehilà branco di scimuniti state a sentire questa!” C’era una volta un grande scopatore fantasioso, un vero artista del pennello, a quei tempi però nicchiava, non so come dire… con una donna se c’è il… Continua a leggere “Il marchese. (fig. 1) Volo nuziale.”
Cercavo una bella frase per iniziare un racconto e non mi veniva allora presi il flauto ed iniziai ad improvvisare. Da tempo cercavo una strumento a fiato per le mie improvvisazioni solitarie ed il flauto mi stava bene, tempo addietro avevo sprecato due… Continua a leggere “La musica del peccato.”
A quei tempi (fossero già passati) vivevo in un pertugio piccolo piccolo, si vedeva appena e sopra quel pertugio avevano costruito un grattacielo enorme che diventava di giorno in giorno più pesante, si può dire che stava su per miracolo e ondeggiava al… Continua a leggere “La dottoressa Giuda.”
Il filo del Canone è bizzoso, quel che si scrive e le figure da interpretare, i significati stanno sui livelli di comprensione, da sborrarsi nelle mutante è per pochi… Stavolta l’autore che scrive s’immagina d’essere un mago e “io” sono la sfera magica,… Continua a leggere “Il bordello di Kiev. (p. 2) “Bambola innamorata.””
Quella notte era inverno, faceva freddo e stavo vicino al fuoco cercando l’idea per scrivere un racconto, le idee scorrevano ma non ce ne era una che mi piacesse, nel frattempo immaginavo Emilio Salgari chiuso in una soffitta di Torino tra i pianti dei… Continua a leggere “Il bordello di Kiev. (parte 1) “la Fenice””
L’ombra di Cesare. Parla d’amore avvita bulloni, ruote dentate, ingranaggi che girano, dall’uno all’universale un fragore d’inferno, le fondamenta dell’orrore che filano alla perfezione. Impasta la storia, elenco di morti, santi e demoni, particolari probabilità… ho conosciuto una tarantolata, ballava bene, la tarantella, la… Continua a leggere “Le anime morte. (P.4)”
La donna bue. Col re dei giuda meglio non fare patti tanto si sa come va a finire… che storia, sempre la stessa, una pizza che gira. Fare filosofia ci vogliono i coglioni, cancelliamo tutto e ricominciamo, finora ho detto di non essere… Continua a leggere “Le anime morte. (P.3)”
L’io narrante. Scrivo una parola, ecco l’ho scritta, la parola è al presente e prima di scriverla non c’era, quando l’ho scritta è passato ma la parola è rimasta al presente, la vedo bene adesso, posso probabilizzare che tra un’ ora, al futuro, sarà… Continua a leggere “Le anime morte. (p.2)”
Quella notte sognavo, mi trovavo al Bolshoi in prima fila, nel sogno c’era una mosca che ronzava insistente e non riuscivo a cacciarla, batteva e ribatteva contro una lampadina ed allora capii che ero al Bolshoi perché prima non ero certo, teatri ce… Continua a leggere “Le anime morte. (p. 1)”
L’enigma svelato. “Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia…” Ero incantato, mi mancava il fiato, sentivo il cuore immergersi in un languore che soffocava, ero scivolato ai tempi del liceo e dello Stil Novo, la bellezza idealizzata, l’amore platonico del poeta, quei… Continua a leggere “la fata turchina. (fig. 3)”